Casa Del Jazz
L’edificio preesistente e la memoria storica
Il nuovo ristorante Bo.Bo è situato all’interno del complesso ottocentesco di Villa Osio. Il comprensorio, voluto del banchiere Arturo Osio sul finire degli anni trenta, è stato realizzato su progetto dell’architetto Cesare Pascoletti e risulta composto da tre edifici un tempo adibiti ad uso residenziale. Nel 2004 l’intera Villa è stata trasformata in quella che oggi conosciamo come “Casa del Jazz”. L’edificio B nel quale è collocato il ristorante era la casa del custode dell’intero complesso. L’impianto a “Domus” romana prevedeva un grande patio centrale attorno al quale ruotavano gli ambienti della vita domestica.
La continuità visiva
La necessità di realizzare un ambiente adeguato al concetto di ristorazione contemporanea ha portato come prima azione progettuale all’apertura di nuovi “coni visivi”. Lo sguardo riesce ad attraversare lo spazio e viene guidato fino a cogliere gli elementi che caratterizzano il progetto.
Lo spazio centrale “atrium”, che corrisponde al fulcro dell’intera composizione, organizza e distribuisce le sale, accoglie la luce dall’alto e la distribuisce negli ambienti secondari. Oltre ad essere il centro percettivo del progetto viene interpretato anche come luogo di incontro e di relazioni. Qui trova posto una delle due anime del progetto: il forno ed il bancone per la preparazione delle pizze, pensato come uno spazio di ampio respiro sovrastato da un grande lucernaio che genera giochi di luce inaspettati.
L’altra anima, il banco dei cocktail, si attesta a ridosso dell’ingresso e del portico esterno, segno caratterizzante dell’edificio. I due oggetti immersi nello spazio si differenziano per geometria e finitura. Ai lati del grande spazio centrale si aprono una serie di piccole sale, ognuna caratterizzata da arredi colorati e murales che rimandano alla dicotomia del concept che sta alla base della operazione.
La dicotomia materica
La scelta cromatica del locale si basa su un rapporto di “figura-fondo” con il pavimento esistente in resina nera. Le pareti chiare fanno da supporto a oggetti luminosi e lasciano parlare i grandi murales che dominano i due ambienti di sala. A fungere da elementi di rottura” sono i materiali scelti per le finiture: il pavimento grigio effetto cemento; il bancone dell’ambiente centrale con base scura e sommità in marmo di Carrara; il bancone per i cocktail in lastre effetto rame ossidato e dettagli in ottone.
Particolare enfasi è stata data alla selezione dei corpi illuminanti dove elementi minimali dialogano con oggetti di design contemporaneo.
L’opera d’artista
I tre murales realizzati dall’artista Kick, all’anagrafe Giuseppe D’Emilio, hanno il compito di enfatizzare l’architettura e dialogare con i commensali. Tema di fondo il rapporto duale tra lo spirito borghese e bohémien alla base del concept. Nelle grafiche viene raccontato il potere della musica, in grado di liberare la mente e condurla in un mondo incantato e metafisico che ci accompagna dal giorno alla notte.
All’interno del locale sono presenti anche dei neon, pensati dall’artista, che conferiscono al locale uno spirito giocoso ispirati al tema musicale, vero “trait d’union” dell’intero progetto.
PROGETTO_STUDIO GRIPPO/MURZI+FABIO COLETTA ARCHITETTO